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A Fiumara la frutta te la ritrovi direttamente in mano. Senza fare nulla. Ci sono alberi così carichi di nespole e di arance che, mentre cammini, i rami con i frutti li hai proprio ad un palmo dal tuo naso. È un patrimonio di tutti che torna a tutti coloro che si arrampicano dalla Fiumara ai resti del Castello medievale in cima al paese passando per la via degli spagnoli.

Qui una volta era tutto università. Siamo nel Medioevo, infatti, quando Fiumara di Muro è uno dei centri universitari più importanti del Meridione. Il suo territorio si estende da Cannitello a Catona, da San Roberto fino ai piani dell’Aspromonte. Le prime persone a mettere piede qui, fra il Nono e il Decimo secolo, sono quelli che fuggono dalle violenze dei pirati saraceni che stanno devastando la città di Cene, che oggi chiamiamo Villa San Giovanni. A Borgo Terra, gli uomini e le donne in fuga si sentono al sicuro e da qui iniziano a costruire Fiumara di Muro.

Mentre viene edificato il Castello, iniziano ad abitare qui alcune delle famiglie più importanti del Regno come i Sanseverino, i Carafa e i Ruffo. Fiumara diventa il centro ecclesiale più importante della zona e la sua arcipretura può decidere sulle parrocchie di tutto questo territorio. Nel Cinquecento Eleonora Furnari di Fiumara regalò ai frati francescani alcuni dei suoi terreni e questi costruirono uno dei conventi, insieme ad una chiesa, fra i più imponenti della Calabria. Una struttura che ha resistito alle tante calamità naturali che si sono abbattute su Fiumara. Alzando gli occhi sulla parte più alta del paese, nella parte opposta al Castello, se ne possono vedere ancora oggi i resti. Tuttavia, però, il Cinquecento è un secolo molto duro per gli abitanti di Fiumara perché nella zona di Catona arrivano i turcheschi guidati dal Barbarossa sempre pronti a saccheggiare tutto ciò che trovano. Fiumara inizia a perdere di grandezza quando, nel Diciassettesimo secolo, molti paesi della sua signoria iniziano a chiedere e a ottenere l’autonomia: San Roberto, Rosalì, Campo Calabro, Salice, Catona, Cannitello e tutto il comprensorio di Villa San Giovanni (allora conosciuta come Fossa dopo aver perso il nome di Cene).

Arriva il Novecento e Fiumara vede tanti dei suoi figli emigrare verso il Nord Europa e il Settentrione. Alcuni vanno a cercare fortuna persino nel Nuovo Mondo. Nel 1927 perde addirittura il titolo di Comune per entrare a far parte della Grande Reggio ma lo riacquista vent’anni dopo. Ancora oggi a Fiumara si possono osservare tante edificazioni che testimoniano la sua gloriosa storia.

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